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L’aperitivo perfetto? Un bel prosecco

2022: I trend per l’aperitivo

 Quando si tratta di bere un aperitivo gli italiani preferiscono il Prosecco Extra Dry, perfetto perchè non troppo dolce nè troppo secco. Questo indiscutibile primato è stato però recentemente scalfito da un nuovo trend: il prosecco sui lieviti, o prosecco col fondo, un ritorno alle origini o ad un vino old fashion, realizzato come una volta.  Vanno molto di moda anche i prosecchi denominati “Ancestrali”, prodotti con un metodo utilizzato storicamente a metà fra un Metodo Charmat e Metodo Classico: il risultato è un vino molto zuccherino, che non prevede la sboccatura e nella bottiglia rimangono quindi i lieviti sul fondo. Scopriamo le differenze tra questi due tipi di prosecco, entrambi molto apprezzati come aperitivi in quest’ultimo anno.

Il Prosecco Extra Dry: perchè è perfetto per l’aperitivo?

 Il Prosecco si differenzia tra Extra Brut, Brut, Extra Dry, Dry e Demi-Sec. Questa classificazione è data da quello che viene definito residuo zuccherino, ossia il livello di concentrazione degli zuccheri che distingue i vini spumantizzati notoriamente molto amabili. Un Prosecco per definirsi Extra Dry dovrà avere un livello di zuccheri compreso tra 12 e 17 grammi per litro, trovandosi a metà strada tra il dolce e il secco.  Il nome potrebbe quindi trarre in inganno, se lo traducessimo alla lettera: l’Extra Dry presenta invece una maggiore dolcezza rispetto al Brut. Si definisce quindi un vino più amabile e dalle note dolci, anche se persiste un gusto acidulo. Normalmente presenta un perlage fine e persistente, dal colore giallo paglierino, delicatamente fruttato e dal gusto allegro e vivace.

Leggero e piacevole, il Prosecco Extra Dry è particolarmente adatto ad essere consumato come aperitivo, sia come base per cocktail come lo Spritz sia in purezza.  

Il prosecco col fondo: un vino zuccherino perfetto per l’aperitivo

Per un aperitivo è perfetto anche un vino amabile e morbido come il prosecco sui lieviti. Una vinificazione senza solfiti aggiunti e la fermentazione naturale in bottiglia lo rendono anche una scelta particolarmente green, e la sostenibilità si sa, va di moda. Il vino dopo la vendemmia viene lasciato fermentare in acciaio a una temperatura controllata piuttosto fresca in modo che i lieviti presenti naturalmente nelle uve possano lavorare sugli zuccheri, ma mantenendo un residuo zuccherino alto. Il vino viene quindi imbottigliato, senza ulteriori aggiunte di zuccheri e lieviti, in modo che la fermentazione riprenda e si sviluppi una leggera frizzantezza. Non effettuando la sboccatura, i lieviti restano nella bottiglia, formando il cosiddetto “fondo”. Per l’aperitivo può essere decantato per separarne il fondo, apprezzandone così la limpidezza, oppure servito direttamente coi lieviti in sospensione per mantenere le caratteristiche aromatiche: i sedimenti donano fragranti sentori di crosta di pane che in molti adorano

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